KING CRIMSON: EPITAPH (1969)

Anni settanta, Blues, Canto gregoriano, Fede, Grunge, Pittura, Poesia, Rock, Santi, Scultura

Il muro su cui incisero i profeti il loro verbo
Ѐ crepato all’impuntura
Sopra gl’attrezzi della morte
Il chiaror del mattin balugina splendido

Quando un uomo è affranto
Con i suoi incubi ed i suoi sogni
Gli poserà qualcuno in capo la corona d’alloro
Mentre il silenzio annega le urla?

La confusione sarà il mio epitaffio
Quando arranco lungo un sentiero
scosceso e sterrato
Se lo imbocchiamo, possiam noi tutti
sederci alle sue spalle e canzonarlo
Ma ho timore che domani scoppierò in un pianto
Sì, ho timore che domani scoppierò in un pianto
Sì, ho timore che domani scoppierò in un pianto

Attraverso i ferrei cancelli del fato
Le semenze del tempo vennero disseminate
Ed irrigate dalle opere di coloro
Che comprendono e di coloro che son compresi

La conoscenza è una mortal compagna
Quando non v’è alcuno che istituisca leggi
Il destino dell’umana razza, io ben vedo,
Ѐ nelle mani degli sciocchi

Il muro su cui incisero i profeti il loro verbo
Ѐ crepato all’impuntura
Sopra gl’attrezzi della morte
La luce del mattino rifulge splendida

Quando un uomo è affranto
Con i suoi incubi ed i suoi sogni
qualcuno gli poserà in capo la corona d’alloro
Mentre il silenzio soffoca le urla?

La confusione sarà il mio epitaffio
Quando fatico lungo un sentiero
scosceso e sterrato
Se lo imbocchiamo, noi tutti possiamo
sederci alle sue spalle e canzonarlo
Ma temo che domani scoppierò in pianto
Sì, ho timore che domani scoppierò in pianto
Sì, ho timore che domani scoppierò in pianto
In pianto! In pianto!

Sì, temo che domani scoppierò in pianto
Sì, temo che domani scoppierò in pianto
Sì, temo che domani scoppierò in pianto!
In pianto!

La pretesa dell’uomo di “farsi da sè” non può che generare incertezza, danno, oscurità. Quella stessa oscurità che pervade tutto l’LP della band di Robert Fripp e Gregg Lake, il prio disco del genere Progressive. Un silenzio di tomba, generato da un’assenza che, a sua volta, genera solo dolore. Perchè, se manca una prospettiva buona, con il potere (quello che ha ucciso Cobain, che ha “costretto” tanti artisti degli anni settanta a commettere eccessi di ogni tipo per urlare al mondo “io ci sono”) che ci domina, allora l’uomo sensibile si porrà, di fronte alla confusione che il potere stesso alimenta e che, come si dice, sarà il suo epitaffio, la grande  domanda: Quando un uomo è affranto / Con i suoi incubi ed i suoi sogni / qualcuno gli poserà in capo la corona d’alloro / Mentre il silenzio soffoca le urla?”.

In fondo, è questa la domanda di senso, di compiutezza, che alberga nel cuore di ogni uomo. Ma a questa domanda l’uomo non dà una risposta da sè, non ne è capace. “Un imprevisto / è la sola speranza. Ma mi dicono che è una stoltezza dirselo” (Eugenio Montale, Prima del viaggio).

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